Ha fatto scalpore l'indagine della Guardia di Finanza per cui a Padova quattro proprietari immobiliari su cinque non sono in regola negli affitti degli appartamenti locati a studenti universitari. Anche 400 euro per una singola, 250 per un posto letto, è la regola per chi studia lontano da casa. E chi non ha una buona famiglia alle spalle, se ci riesce deve ridursi a pagare 200 euro per una posto in tripla. Proprietari approfittatori, certo, del resto l'occasione fa l'uomo ladro e l'onesta non è certo una delle più diffuse qualità. Ma non solo. E' facile puntare il dito contro i cittadini proprietari di case: ma in realtà loro non fanno che attingere comodamente ad un mercato lasciato senza regole, ad un mondo in cui le garanzie sono l'eccezione e non la regola. E' chiara la mancanza di volontà politica nella tutela del diritto allo studio, che richiederebbe uno stanziamento di fondi nettamente maggiore di quelli attualmente disposti. L'Universita di Padova conta circa 60 mila studenti, di cui buona parte fuori sede, che sono una evidente risorsa per la città e per la regione intera.Ma che vengono di solito spennati come polli al grido di "affittasi centralissimo posto letto per modica cifra". Una situazione intollerabile, soprattutto se si pensa che praticamente solo nel nostro Paese all'istruzione vengono destinate cosi' poche risorse. E se lo stato latita, come d'abitudine, anche il Comune di Padova è dato per disperso. Tempo fa proponemmo la stipula di un accordo tra Comune, Università e privati per coprire parte delle spese di domicilio dei fuori sede ed agevolare i proprietari che affittano a studenti, o in alternativa lo stanziamento di fondi da parte della regione per la costruzione di edifici da destinare ad universitari. Destra Universitaria annuncia proteste concomitanti con l'inizio del nuovo anno accademico.
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